Settimana turbolenta che ha visto giovedì scorso il nuovo presidente della Banca Centrale Europea abbassare il tasso di riferimento allo 0.25% e l’Euro ha perso circa una figura di riferimento attestandosi sull’1.3600 per poi recuperare dopo la richiesta di annullamento del referendum greco notizia che aveva fatto precipitare il valore della moneta unica europea. Forte tensione sull’Italia. Nessuna soluzione definitiva giunge dal G20 per la messa in sicurezza dell’Euro.
Nel vertice si sono affrontati problemi quali l’allargamento dell’EFSF, al quale dovrebbero partecipare anche i paesi extra UE attraverso il Fondo Monetario Internazionale che aveva messo a disposizione dell’Italia anche una linea di credito d’emergenza da 44 miliardi rifiutata da bel Paese. I dati pubblicati durante la scorsa settimana palesano un rallentamento del PMI manifatturiero e una fiducia ai minimi storici, condizione che rende la situazione per l’Euro ancora più difficile.
Per oggi e domani sono previste la riunione dell’Eurogruppo e dell’Ecofin per discutere delle misure di sicurezza per l’Italia e per l’Euro. Resta la previsione di un ulteriore taglio ad inizio del prossimo mese e poi un successivo per l’inizio dell’anno. Come ormai succede da un po’ il cambio USD/GBP si muove in simbiosi con quello EUR/USD. Anche la situazione in Gran Bretagna non è delle migliori. Per giovedì è prevista la riunione della board della BoE che lascerà invariato il tasso dello 0.50% e potrebbe intervenire l’APF. Durante la settimana anche riunione FOMC durante la quale è emersa l’intenzione della Fed di intervenire al più presto con un nuovo quantitative easing inserendo anche gli MBS tra i titoli da acquistare. L’obiettivo di questa manovra è quello di sostenere la crescita e l’occupazione e ridare slancio al settore immobiliare che ha un notevole peso nell’economia statunitense. L’implementazione del QE3 dovrebbe far dapprima perdere terreno al dollaro che poi dovrebbe riguadagnare su tutte le valute di quei Paesi che hanno problemi da risolvere.
Nel frattempo la Bank of Japan è intervenuta sul mercato vendendo lo Yen contro il Dollaro USA ma senza ottenere l’obiettivo che si era prefissato, ovvero superare lo 0.7900 e si aspettano ulteriori cali della moneta giapponese. Solo un miglioramento della situazione USA con relativo rialzo dei tassi potrebbe sbloccare il cross USD/JPY e avviare un indebolimento della valuta nipponica. Per questa settimana è prevista l’uscita di dati quali le vendite al dettaglio e la produzione industriale tedesca, per martedì la pubblicazione dei dati sull’export tedesco, per giovedì quelli sulla produzione industriale francese e italiana e per venerdì la stima preliminare del PIL del 3° semestre spagnolo. Per gli USA é prevista per giovedì la pubblicazione dei prezzi all’import di ottobre, attesi in calo, e il saldo della bilancia commerciale.
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